venerdì 20 marzo 2020

Stabilità e struttura nel Ving Tsun. Il "core stability"

A cura di Simone Pietrobono 
Nel pugilato cinese Ving Tsun come nella boxe e nella arti marziali in genere è fondamentale avere una buona stabilità nell'esecuzione dei movimenti di attacco, protezione, spostamento e rotazione.
A tal fine gioca un ruolo importantissimo la parte centrale del corpo tecnicamente chiamato "core" o nucleo oltre alla muscolatura delle gambe. Il nucleo comprende l'utilizzo della muscolatura pelvica e addominale, dei glutei, dei lombari, e dei tensori laterali.  L'allenamento di questo gruppo muscolare consente di acquisire una buona stabilità nell'esecuzione dei movimenti compresi quelli rotatori. A questo di deve aggiungere l'utilizzo del supporto muscolare dei quatricipiti e dei polpacci. Tutto ciò al fine di predisporre la muscolatura e la postura ad una efficace e funzionale stabilità strutturale durante il combattimento.
Ecco 3 esercizi (dei tanti) attraverso cui si sviluppa il stabilità strutturale nel VING TSUN.
✔️1. nella prima forma (Siu Lim Tao) Precisamente nel mantenimento della corretta posizione durante tutta l'esecuzione della forma. La posizione viene chiamata Yi Ji Kim Yeung Ma. Qui il bacino è retroverso, i glutei serrati, la respirazione è diaframmatica la muscolatura delle gambe è in costante tesione isometrica. Tale posizione verrà mantenuta per tutta l'esecuzione della forma che dovrà durare dai 15 ai 25 minuti a seconda dell'intensità con cui si vuole fare.
✔️2. Nel poon sao. Esercizio eseguito in coppia, con entrambe le braccia che aderiscono reciprocamente mantenendo uno scambio costante di forza in direzione del partner. Anche qui bisogna riportare fedelmente i movimenti e la postura appresa nella Siu Lim Tao.
Il Poon Sau allena la forza, la struttura, la reattività, la velocità, l'equilibrio, la corretta capacità di attaccare e difendere e la distanza.
✔️3. Negli esercizi al sacco a muro. Anche qui sarà importante il mantenimento  della posizione della prima forma la Yi Ji Kim Yeung Ma mentre si colpisce il sacco la forza del pugno dovrà venire dai piedi passando per le gambe, l'anca,  fino al gomito. Quando invece si riceve il “feedback” del colpo portato, bisognerà resistere facendo fluire la forza che ritorna indietro dal gomito, ai piedi passando per le anche e le gambe.

Nessun commento:

Posta un commento