giovedì 16 ottobre 2014

Le "Forme" delle Arti Marziali: un punto di vista alternativo


Articolo di Enrico Ferretti 
http://vingtsunclub.it/
Da una conversazione con alcuni giovani amici sulle forme nelle Arti Marziali sono scaturite queste osservazioni su alcuni concetti legati all'apprendimento motorio. Per comodità ho ripreso e commentato dei testi di altri sull'argomento:
“La teoria dello schema, presentata nel 1975 da Richard A. Schmidt si compone di due elementi fondamentali: il programma motorio generalizzato e lo schema motorio.Il programma motorio generalizzato è visto come una rappresentazione mnemonica di una classe di azioni, cioè di un gruppo di risposte che posseggono le stesse caratteristiche strutturali generali. E’ un’elaborazione del concetto, già utilizzato da diversi autori, di programma motorio, considerato come una struttura astratta in memoria che precede l’azione e contiene i patterns di contrazioni e decontrazioni muscolari che definiscono il movimento (Adams 1987); per definizione, il programma motorio per avviare il movimento non ha bisogno del feedback prodotto dalla risposta, …..”
Le forme delle Arti Marziali costituiscono lo strumento per creare il programma motorio generalizzato, la struttura astratta del movimento che abbiamo  in memoria e che non ha bisogno di feedback
"Schmidt (1975; 1982) elabora e arricchisce il concetto di programma motorio introducendo quello di programma motorio generalizzato, per risolvere il problema dell’immagazzinamento di quantità enormi di informazione, che si presenterebbe postulando uno specifico programma per ogni azione, e per spiegare la possibilità di realizzare movimenti mai eseguiti prima.Il programma motorio generalizzato possiede dunque delle caratteristiche invarianti, che restando uguali da una risposta all’altra determinano gli elementi essenziali della classe di azioni sotto il controllo del programma e definiscono la forma base del movimento. …..”
Le forme aiutano dunque a realizzare movimenti mai fatti prima (vanno dunque introdotte ALL'INIZIO DELLA PRATICA MARZIALE!!) fornendo le caratteristiche che non variano e che definiscono la forma BASE del movimento (programma motorio generalizzato).
“Sono le particolari caratteristiche invarianti che definiscono un programma motorio generalizzato, relativo cioè a tutta una categoria di movimenti con una certa identità di struttura e una rassomiglianza globale. Secondo Shapiro e Schmidt (1982) esse sono i fattori che consentono di individuare i movimenti appartenenti alla stessa classe....”
La presenza di caratteristiche che NON VARIANO nella forma servono quindi a definire il programma motorio generalizzato che si userà per tutti i movimenti della stessa natura.
“Uno stesso programma motorio deve però essere adattato alle richieste specifiche di una situazione e le necessarie variazioni nei movimenti appartenenti alla stessa classe vengono prodotte cambiando alcuni parametri.Queste specificazioni di risposta modificano l’esistente programma motorio immagazzinato per adattarlo alla concreta situazione; ciò che cambia non sono le caratteristiche invarianti, ma le caratteristiche di superficie della risposta (Shapiro e Schmidt 1982). I principali parametri evidenziati sono la durata complessiva, la forza complessiva e la selezione dei muscoli specifici...”
Nelle situazioni specifiche (uso reale) il programma motorio dovrà essere adattato e modificato, ma questo non richiede di mutare le caratteristiche invarianti ma solo le caratteristiche di superficie del movimento (velocità, forza, coordinazione specifici per la situazione data)“Se il programma generalizzato fornisce le caratteristiche invarianti del gesto desiderato, sarà compito dello schema selezionare i parametri specifici della risposta per adattare il movimento alle richieste situazionali.....”
Lo schema (programma specifico) è sviluppato dagli altri elementi che costituiscono la pratica (esercizi a vuoto, esercizi a coppia, esercizi su attrezzi e colpitori, sparring,  ecc.) che quindi DEVONO lavorare insieme alle forme (programma generalizzato)
I programmi motori generalizzati sono dunque il punto di partenza per lo sviluppo di schemi motori basati sulle regolazioni del feedback. ….”
I programmi generalizzati (forme) sono dunque il punto di PARTENZA per schemi motori basati sulle regolazioni del feedback (tecniche applicate nel contesto reale). O per dirla in un altro modo: La forma (programma generalizzato, senza nessun feedback) fornisce le caratteristiche che non mutano del movimento, sono il punto di partenza per lo sviluppo di schemi motori (tecniche, combinazioni, ecc.) basati sulle regolazioni del feedback
“Nella fase iniziale dell’apprendimento di un gesto è importante che il soggetto comprenda il compito che si appresta ad eseguire e acquisisca un’idea, un’immagine mentale del gesto, per poter costruire un primo riferimento di correttezza, sempre più accurato al progredire della pratica; questo modello viene utilizzato come guida per l’esecuzione e come riferimento per la rilevazione e correzione dell’errore. Diversi autori (Frester 1984; Gentile 1972; Starosta 1987; Taylor 1981; Martin 1989) hanno sottolineato l’importante funzione dell’immagine mentale: nell’apprendimento essa costituisce, come programma dell’esecuzione motoria, un modello su cui «aggiustare» il movimento, con funzione allenante, poiché in grado di determinare un apprendimento più rapido; nel controllo del gesto, consente di anticipare nei dettagli l’immagine ideale dell’azione ed è elemento essenziale per la guida e la correzione del movimento durante l’esecuzione. ….”
Le forme contribuiscono alla creazione dell'immagine mentale del gesto, contribuendo ad “aggiustare” il movimento ed hanno funzione allenante poiché in grado di determinare un apprendimento più rapido. Con riguardo al controllo del gesto le forme anticipano l'immagine ideale dell'azione e sono elemento essenziale per la guida e la correzione del movimento durante l'esecuzione
“Nell’apprendimento motorio le percezioni cinestetiche giocano un ruolo rilevante. Soprattutto nelle fasi iniziali dell’apprendimento esiste spesso il problema di far «sentire» il movimento, ...”
Le forme sono strumento d'elezione per lo sviluppo delle percezioni cinestetiche che nelle FASI INIZIALI dell'apprendimento sono essenziali per l'apprendimento motorio
"L’immagine motoria può essere considerata come quella rappresentazione mentale del movimento che ognuno si crea, più o meno inconsciamente, nel momento in cui intende realizzare un gesto. Secondo Piaget l’immagine motoria corrisponde ad “una imitazione interiore, una copia attiva di qualcosa che è già stata sperimentata” [Piaget, 1967]; questo fa dedurre che nella costruzione dell’immagine sono inclusi tutti gli elementi (engrammi motori) che concorrono a formare il gesto richiesto, secondo la loro successione logica e spazio-temporale. …“
Le forme sono assolutamente lo strumento d'elezione per creare, sviluppare e fissare l'immagine motoria del movimento
“Gli engrammi sono “i programmi motori memorizzati nel nostro cervello [...] Ogni engramma è relativo ad una determinata abilità motoria appresa. Un engramma è una traccia permanente impressa da uno stimolo (ad esempio quando impariamo ad andare in bici o quando apprendimento il colpo di dritto nel tennis) nel protoplasma (la parte interna) delle cellule. Con uno specifico stimolo, …”
La ripetizione delle forme serve a fissare negli engrammi lo schema motorio generalizzato della disciplina
 “Informazioni di ritorno. L’apprendimento di un’abilità motoria è largamente influenzato dalla disponibilità di un feedback, che informa colui che apprende circa il successo della propria risposta. Il feedback è infatti usato nelle prime fasi dell’apprendimento per originare o modificare ogni successivo pattern di movimento, mentre in seguito permette il confronto tra il movimento eseguito e il riferimento corretto. ….”
Da questo deriva che le forme da sole non bastano, esse fissano solo lo schema di movimento generale, ma occorre integrarle con tutta una serie di esercizi ed allenamenti che forniscano dei feedback specifici per l'utilizzo del movimento nelle situazioni richieste (esercizi a coppia, uso di strumenti, sacchi, colpitori, sparring, ecc..).
“… Nell’apprendimento di nuove abilità il primo stadio è rappresentato dalla costruzione di uno schema-guidamentale del gesto, ossia dalla rappresentazione di ciò che dovrà essere effettuato, e dal relativo programma motorio, costituito dall’insieme di ordini successivi che scandiscono e dirigono le diverse componenti del movimento. …”
Nell'apprendimento di nuove abilità il PRIMO STADIO è rappresentato dall'uso delle forme per fornire lo schema-guida mentale del gesto e del relativo programma motorio
“Per quello che concerne l’evoluzione dell’apprendimento motorio si può prendere in considerazione i tre stadiindividuati da Kurt Meinel:
1. Fase della coordinazione grezza:L’esecuzione motoria, in ogni caso, presenta rilevanti difetti, la struttura del movimento coincide solo nei tratti principali alla tecnica richiesta dal compito di apprendimento, e la prestazione risulta scarsa.... In questa fase sono assenti gli automatismi, per cui l’allievo è costretto a controllare consapevolmente ogni aspetto del movimento, il che rende il gesto abbastanza goffo e impreciso.... presente un uso eccessivo e parzialmente errato della forza, quest’ultima, infatti, o non viene usata con la necessaria intensità, o non viene usata al momento opportuno. Lo stadio della coordinazione grezza èinoltre caratterizzato dall’assenza di un adeguato ritmo del movimento (risultato del rapporto tra tensione erilassamento muscolare) e da un accoppiamento dei movimenti inadeguato ed errato. “
In questa fase le forme contribuiscono a dare strumenti per sviluppare gli schemi motori di base in modo corretto, ponendo attenzione sulla cinestetica, su se stessi, senza preoccuparsi di fattori esterni o di disturbo. Le forme permettono di studiare il gesto tecnico “in bianco”, fissando lo schema motorio di base e preparando per le successive fasi di apprendimento e sviluppo del movimento tramite i feedbacks per poi ottenere un prodotto finito utilizzabile nei più disparati contesti.
“2. Fase della coordinazione fine: in grado di eseguire il movimento quasi senza errori. L’esecuzione, in condizioni favorevoli, è quasi priva di errori, ma se intervengono fattori di disturbo(stanchezza, tensione emotiva, ecc.) questi riemergono e l’esecuzione si presenta instabile.”
Quando la forma base del gesto è ormai consolidata si può passare ad esercizi che prevedono l'interazione con l'esterno, questo creerà disturbi e nuovi input a cui sarà necessario adattarsi, fornendo nuovi elementi per lo sviluppo e l'adattamento del gesto in vista del suo impiego in ogni condizione possibile
"3. Fase del consolidamento della coordinazione fine e sviluppo della disponibilità variabile: l’allievo è in grado di eseguire il movimento con sicurezza e in maniera efficace, anche in condizioni difficili e inusuali.... Le caratteristiche principali rimangono comunque la notevole precisione e costanza nel risultato della prestazione.”
L'esperienza, il lavoro sotto stress, l'utilizzo di drills via via più complessi e specifici hanno sviluppato nell'allievo uno schema motorio efficace ed utilizzabile.Le forme sono uno strumento indispensabile nella fase di coordinazione grezza, ma devono poi essere abbinate a tutti gli altri strumenti di allenamento. Una volta arrivati alla fase di disponibilità variabile le forme HANNO UN'IMPORTANZA MOLTO RIDOTTA e possono essere usate solo ogni tanto per richiamare il programma motorio generalizzato, così da “rinfrescare la memoria” al corpo.In definitiva le forme hanno un ruolo FONDAMENTALE all'inizio della formazione, per poi via via divenire meno importanti (una volta acquisiti vari schemi motori specifici). A mio avviso vanno comunque “richiamate” ogni tanto per mantenere il programma generalizzato di movimento e quindi la qualità generale del movimento che altrimenti potrebbe essere “guastato” dalle continue interferenze esterne e dallo stress derivante dall'esclusivo uso pratico (combattimento ed esercizi non collaborativi).Le forme delle Arti marziali possono essere considerate anche come una serie di singoli esercizi uniti in una sequenza allo scopo di ricordarli/tramandarli più facilmente (generalmente in una forma ci sono tutta una serie di esercizi legati allo stesso tema tecnico centrale). Quindi è possibile estrapolare le singole sequenze dalla forma ed eseguirle ripetutamente da sole al fine di allenare/correggere uno specifico schema motorio.Da questo deriva checoncettualmente le forme svolgono lo stesso compito che è demandato ad esercizi quali il lavoro allo specchio e a “vuoto”. La “shadow boxing” è una “forma” libera ed esercizi quali lo “sparring condizionato” o i “Kihon” sono una “forma” a due.Il corpo per imparare ha bisogno di modelli di riferimento e di "feedback" sull'azione eseguita. Quindi, CONSAPEVOLMENTE O MENO, tutte le discipline e tutte le attività umaneusano un qualche tipo di "forma" (sequenza, esercizio, metodo, ecc.) per imparare e capire "in bianco" l'azione da eseguire per poi potenziarla, migliorarla, ecc. e quindi usarla nel contesto che gli è propio.
Fonti:Samuele Passigli: Teoria dello schema ed apprendimento motorio. Elisa Trabocchi: L’apprendimento motorioda: Gli schemi motori di base. Tesi di laurea in Educazione Motoria, A.A. 2009-10BIBLIOGRAFIA:• Bortoli L., Robazza C., Tecnica sportiva e teoria dell’allenamento, Sds – Rivista di cultura sportiva, XXI, 1991, 64-70•http://www.sciaremag.it/maggio/fitness

PHILIPP BAYER ROME SEMINAR 2014


mercoledì 11 giugno 2014

Ving Tsun e PNL: Fisiologia, Visualizzazione, Modeling

Ving Tsun e PNL: Fisiologia, Visualizzazione, Modeling
di Simone Pietrobono
Nella pratica del Ving Tsun Kung Fu dovremmo comportarci in modo spontaneo, efficace e reattivo non solo rapidamente ma anche con dinamica precisione e pronti, in qualsiasi momento, all’auto-correzione. Quest’ultima intesa come la capacità di riportarsi da una situazione di svantaggio ad una situazione di vantaggio.
Per arrivare a far questo con la massima precisione, occorre comprendere un principio basico e cardine di tutto il sistema: non si “fa” Ving Tsun. Si “è” Ving Tsun.
Esso deve crescere dentro di noi affinchè i suoi principi possano essere espressi senza regole meccaniche e schematiche.
Nel Ving Tsun l’efficacia spontanea e la reattività del nostro comportamento dovrà essere esplosa con movimenti spontanei. Per questo il suo corretto allenamento avrà lo scopo di rendere naturali i nostri atteggiamenti. Solo così esso cambierà completamente il nostro comportamento ed il nostro modo di pensare e di agire.
Il Ving Tsun Kung Fu è un metodo scientifico di apprendimento e di modellamento.
Esso attua una vera e propria riprogrammazione cinetica del nostro comune modo di agire sotto stress.
La scientificità di questa disciplina sta nel mettere a disposizione gli strumenti necessari di programmazione e modellamento attraverso l’uso corretto della fisiologia e della visualizzazione.
Il Ving Tsun, dunque, interverrà con i propri strumenti sia sulle rappresentazioni mentali che sulla fisiologia utilizzando visualizzazioni, ancoraggi e modellamento.
L’esecuzione dei movimenti nelle forme (fisiologia) dovrà avvenire con la corretta idea del perché stiamo facendo quei movimenti (rappresentazione mentale).
Il sistema mente-corpo è un complesso quanto perfetto circuito attraverso il quale il primo influenza l'altro e viceversa.
Fisiologia ed immagini mentali devono lavorare con logica ed armonica sinergia al fine di centrare la propria congruenza fisico-mentale. Solo così si arriverà a naturalizzare un efficiente comportamento di azione o di risposta alla realtà esterna.
Ecco che le nostre immagini mentali e la nostra fisiologia influenzeranno il nostro comportamento, il quale ci farà porre in essere un certo tipo di azioni che a loro volta influiranno sui nostri risultati.
Prendiamo ad esempio il Tan Sao nella prima forma (Siu Lim Tao). Se facessimo questo movimento con la rappresentazione mentale che esso sia una parata o se lo facessimo con la rappresentazione mentale che stiamo costruendo il nostro pugno avremo due situazioni completamente diverse con un medesimo ed uguale comportamento che scaturirà in un’azione diversa e, di conseguenza, nel raggiungimento di un risultato diverso. La corretta idea deve andare di pari passo con la nostra fisiologia. È per questo che in molti casi il Ving Tsun non funziona. Si allena un movimento con un’immagine mentale non congrua al risultato stesso.
Le forme nel Ving Tsun non sono movimenti standardizzati che simulano un combattimento così come non consistono in applicazioni di tecniche. Sono un’idea. Un principio. Sono un coacervo di rappresentazioni mentali e fisiologiche che hanno lo scopo di naturalizzare un comportamento e condizionare in modo permanente e spontaneo la nostra cinetica. Esse hanno in compito di riprogrammarci.
Il cervello non fa distinzione tra un’esperienza realmente vissuta da una esperienza vividamente immaginata. Per questo le immagini mentali incidono notevolmente su tutti i processi cognitivi e motori. Attribuire un idea sbagliata ad un movimento influenzerà direttamente sul risultato, sia in positivo che in negativo.
Nel Ving Tsun è fondamentale avere la corretta e logica immagine mentale rispetto ai movimenti che si fanno. I risultati dipendono quanto sia connesso e congruo il sistema mente-corpo e, dunque, il collegamento tra immagini mentali e comportamenti.
Se non funziona il Ving Tsun molto probabilmente è perché si è lavorato con un immagine mentale illogica rispetto al movimento ed alla finalità di esso. se accade questo si genererà sicuramente un incogruenza tra immagine mentale e fisiologia con un incidenza negativa sul risultato.
Nel Ving Tsun la corretta congruenza tra immagini mentali e fisiologia deve essere ritrovata innanzitutto nel maestro-guida e fatta propria attraverso quello che in PNL viene definito come Modeling (Modellamento). Il modellamento non è imitare o copiare il comportamento altrui. Posso essere in grado di copiare un movimento o riprodurre meccanicamente una serie di movimenti ma molto probabilmente non sarò in grado di ripeterli in modo efficace all’interno di un combattimento. Il modellamento è la capacità di far proprio un comportamento specifico e naturalizzarlo per poi riprodurlo in modo spontaneo in un infinità di situazioni.
Modellare significa far propria la struttura logica sottesa al movimento e riprodurlo non schematicamente. Il Maestro-guida avrà il compito di dimostrare l’efficacia e la logica del movimento, la sua capacità di ripeterla naturalmente in qualsiasi situazione lo richieda. Egli non dovrà trasferire allo studente la tecnica ma la capacità di naturalizzarla e farla propria. Bruce Lee diceva “non ti sto insegnando nulla. Sto solo aiutandoti ad esplorare te stesso”.
Dunque il modeling è la capacità di rilevare e riprodurre modelli comportamentali raccogliendo contemporaneamente tutte le informazioni relative alla corretta strategia comportamentale messa in atto da un soggetto esterno al fine di ottenere un certo risultato.
È necessario ricercare la logicità della congruenza mente-corpo rispetto al risultato da ottenere. Nel caso del Ving Tsun: la sua efficacia spontanea e precisa in situazioni di forte stress.
Se fate sparring ed uscite fuori da quello che avete visto con le forme significa che state allenando la vostra fisiologia con un’errata rappresentazione mentale. Non siete congrui ed il processo di cambiamento non è iniziato.

lunedì 19 maggio 2014

venerdì 16 maggio 2014

partecipazione Festival dell'Oriente

Comunico saremo presenti al Festival dell'Oriente presso la Fiera di Roma nei giorni 30 - 31 Maggio, 01 - 02 Giugno:
30 Maggio: Allenamento aperto a tutti e dimostrazione 
31 Maggio: dimostrazione 
01 Giugno: dimostrazione
02 Giugno: allenamento aperto a tutti e dimostrazione  
saranno comunicati presto tutti i dettagli. Per info www.vingtsunkungfu.it - www.festivaloriente.net


mercoledì 26 marzo 2014

Il Metodo delle Braccia che aderiscono del Ving Tsun. Chi Sao.


Scritto di Bruce Lee - Tratto da “The Tao of Kung Fu. A Study in The Way of Chinese Martial Arts”. Linda Lee Copyright, Tuttle Publishing - Boston USA. Traduzione a cura di Simone Pietrobono 

Il chi sao la cosiddetta arte delle mani che aderiscono è un sistema di allenamento unico derivante dallo stile Ving Tsun, scuola cinese merdionale diretta da Mr Yip Man di Hong Kong. (……)
Imparare correttamente il chi sao richiede un esperto istruttore che conduca gradualmente lo studente e gli indichi il corretto, fluido movimento. In mano ad un principiante il chi sao può diventare uno stupido scontro di lotta.
Il chi sao è una pratica di energia fluente durante la quale le nostre braccia aderiscono a quelle del partner dimenticando noi stessi, seguendo i movimenti delle sue braccia e lasciando la nostra mente libera di eseguirli senza predeterminazione.
Non contraendoci adeguiamo i nostri movimenti al suo avanzamento (attacco) senza anticipare od affrettare l’azione ma seguendo il flusso.
L’energia fluisce (verso il partner) attraverso le braccia come acqua che scorre in un tubo flessibile.
Se si apre o si chiude rapidamente l’acqua il tubo sobbalza. Invece la nostra azione dovrà seguire quella del nostro partner senza mai interrompersi, anche per non creare due movimenti distinti nell’attacco e nella difesa. ( qui Bruce fa riferimento a movimenti che vanno eseguiti simultaneamente) (…….)
Nel Ving Tsun il chi sao si pratica sia con un braccio solo che con due braccia. Per acquisire energia fluente (potenza) le braccia devono ruotare in armonia ed in opposizione (scambio di forza) . Chi pratica deve matenere il flusso costante (……) ( qui Lee spiega che il chi sao serve a incrementare energia e dunque potenza; per fare questo i partner che eseguono il chi sao devono farlo scambiando energia o forza in modo armonico, continuo e rilassato.
Nell’attacco (avanzamento del pugno) il chi sao del Ving Tsun viene eseguito con energia diretta e frontale, nella difesa si esegue un arco deviante (bong sao) e movimenti diretti che consentono di penetrare (ad es: pak sao jat sao).(…….)

giovedì 23 gennaio 2014

Lettera di Bruce Lee a Wong Shun Leung

Lettera di Bruce Lee al suo amico, mentore ed insegnante Wong Shun Leung – ritrascritta in italiano a cura di Simone Pietrobono.

A Wong shun Leung
11 gennaio 1970
Caro Shun Leung,
è passato molto tempo dall’ultima volta che ti ho scritto. Come stai? In una lettera dal Canada Alan Shaw mi chiede di prestarti il mio film 8mm. Sono spiacente, ma è andato perso quando ho traslocato. Quella pellicola era già molto vecchia e la usavo di rado, per questo l’ho smarrita. Mi dispiace.
Adesso ho comprato casa a Bel-Air. Un appezzamento di circa mezzo acro. Ci sono molti alberi. Sembra di essere in un pascolo. Si trova in cima a una collina a Beverly Hills. Per di più oltre a mio figlio Brandon ho avuto una figlia, Shannon che ha sette mesi.
Ti sei risposato? Ti prego saluta le tue sorelle  da parte mia.
Di recente ho messo in piedi una compagnia di produzione cinematografica. Ho anche scritto il soggetto per il film The Silent Flute. James Coburn ed io vi reciteremo. È uno sceneggiatore famoso (la calda notte dell’ispettore Tibbs). Progettiamo di fare il primo film sulle arti marziali di Hollywood. L’idea è buona. La lavorazione avrà inizio tra sei mesi circa. Tutti coloro che partecipano al mio film sono miei allievi. In futuro anche Steve McQueen potrebbe lavorare per questo progetto.
Per quanto riguarda le arti marziali continuo a praticarle quotidianamente. Insegno ai miei allievi ed ai miei amici 2 volte alla settimana. Non importa se sono pugili occidentali praticanti di Tae Kwon Do o wrestler insegnerò loro fin quando saranno tranquilli e ben disposti.
Da quando ho cominciato a praticare in modo realistico nel 1966 (protezioni, guantoni ecc.) ho avuto l’impressione che prima avevo molti pregiudizi ed erano sbagliati. Così ho cambiato nome all’essenza dei miei studi in Jeet Kune Do.
Jeet Kune Do è solo un nome. La cosa più importante è evitare di avere pregiudizi nell’allenamento. Naturalmente corro ogni giorno e uso i miei attrezzi (per pugni, calci, colpi ecc.). Devo quotidianamente alzare le condizioni base.
Sebbene la teoria della Boxe è importante la pratica lo è ancora di più.
Ringrazio te ed il Maestro (Yip Man) per avermi insegnato l’arte del Wing Chun ad Hong Kong. Davvero devo ringraziarti per avermi portato a camminare su una strada concreta. Specialmente negli Stati Uniti si trovano pugili occidentali e anche con loro mi alleno spesso. Ci sono molti cosiddetti maestri del Wing Chun qui, spero veramente che non saranno tanto ciechi da battersi con quei pugili!
Farei un viaggio ad Hong Kong. Spero che tu abiti ancora nello stesso posto. Siamo amici intimi, abbiamo bisogno di vederci più spesso e parlare dei vecchi tempi. Sarà molto divertente non credi? Quando vedi il maestro Yip, per favore, portagli i miei saluti.
Che la felicità ti accompagni,

                                                                                                                                                                         Bruce