giovedì 16 ottobre 2014

Le "Forme" delle Arti Marziali: un punto di vista alternativo


Articolo di Enrico Ferretti 
http://vingtsunclub.it/
Da una conversazione con alcuni giovani amici sulle forme nelle Arti Marziali sono scaturite queste osservazioni su alcuni concetti legati all'apprendimento motorio. Per comodità ho ripreso e commentato dei testi di altri sull'argomento:
“La teoria dello schema, presentata nel 1975 da Richard A. Schmidt si compone di due elementi fondamentali: il programma motorio generalizzato e lo schema motorio.Il programma motorio generalizzato è visto come una rappresentazione mnemonica di una classe di azioni, cioè di un gruppo di risposte che posseggono le stesse caratteristiche strutturali generali. E’ un’elaborazione del concetto, già utilizzato da diversi autori, di programma motorio, considerato come una struttura astratta in memoria che precede l’azione e contiene i patterns di contrazioni e decontrazioni muscolari che definiscono il movimento (Adams 1987); per definizione, il programma motorio per avviare il movimento non ha bisogno del feedback prodotto dalla risposta, …..”
Le forme delle Arti Marziali costituiscono lo strumento per creare il programma motorio generalizzato, la struttura astratta del movimento che abbiamo  in memoria e che non ha bisogno di feedback
"Schmidt (1975; 1982) elabora e arricchisce il concetto di programma motorio introducendo quello di programma motorio generalizzato, per risolvere il problema dell’immagazzinamento di quantità enormi di informazione, che si presenterebbe postulando uno specifico programma per ogni azione, e per spiegare la possibilità di realizzare movimenti mai eseguiti prima.Il programma motorio generalizzato possiede dunque delle caratteristiche invarianti, che restando uguali da una risposta all’altra determinano gli elementi essenziali della classe di azioni sotto il controllo del programma e definiscono la forma base del movimento. …..”
Le forme aiutano dunque a realizzare movimenti mai fatti prima (vanno dunque introdotte ALL'INIZIO DELLA PRATICA MARZIALE!!) fornendo le caratteristiche che non variano e che definiscono la forma BASE del movimento (programma motorio generalizzato).
“Sono le particolari caratteristiche invarianti che definiscono un programma motorio generalizzato, relativo cioè a tutta una categoria di movimenti con una certa identità di struttura e una rassomiglianza globale. Secondo Shapiro e Schmidt (1982) esse sono i fattori che consentono di individuare i movimenti appartenenti alla stessa classe....”
La presenza di caratteristiche che NON VARIANO nella forma servono quindi a definire il programma motorio generalizzato che si userà per tutti i movimenti della stessa natura.
“Uno stesso programma motorio deve però essere adattato alle richieste specifiche di una situazione e le necessarie variazioni nei movimenti appartenenti alla stessa classe vengono prodotte cambiando alcuni parametri.Queste specificazioni di risposta modificano l’esistente programma motorio immagazzinato per adattarlo alla concreta situazione; ciò che cambia non sono le caratteristiche invarianti, ma le caratteristiche di superficie della risposta (Shapiro e Schmidt 1982). I principali parametri evidenziati sono la durata complessiva, la forza complessiva e la selezione dei muscoli specifici...”
Nelle situazioni specifiche (uso reale) il programma motorio dovrà essere adattato e modificato, ma questo non richiede di mutare le caratteristiche invarianti ma solo le caratteristiche di superficie del movimento (velocità, forza, coordinazione specifici per la situazione data)“Se il programma generalizzato fornisce le caratteristiche invarianti del gesto desiderato, sarà compito dello schema selezionare i parametri specifici della risposta per adattare il movimento alle richieste situazionali.....”
Lo schema (programma specifico) è sviluppato dagli altri elementi che costituiscono la pratica (esercizi a vuoto, esercizi a coppia, esercizi su attrezzi e colpitori, sparring,  ecc.) che quindi DEVONO lavorare insieme alle forme (programma generalizzato)
I programmi motori generalizzati sono dunque il punto di partenza per lo sviluppo di schemi motori basati sulle regolazioni del feedback. ….”
I programmi generalizzati (forme) sono dunque il punto di PARTENZA per schemi motori basati sulle regolazioni del feedback (tecniche applicate nel contesto reale). O per dirla in un altro modo: La forma (programma generalizzato, senza nessun feedback) fornisce le caratteristiche che non mutano del movimento, sono il punto di partenza per lo sviluppo di schemi motori (tecniche, combinazioni, ecc.) basati sulle regolazioni del feedback
“Nella fase iniziale dell’apprendimento di un gesto è importante che il soggetto comprenda il compito che si appresta ad eseguire e acquisisca un’idea, un’immagine mentale del gesto, per poter costruire un primo riferimento di correttezza, sempre più accurato al progredire della pratica; questo modello viene utilizzato come guida per l’esecuzione e come riferimento per la rilevazione e correzione dell’errore. Diversi autori (Frester 1984; Gentile 1972; Starosta 1987; Taylor 1981; Martin 1989) hanno sottolineato l’importante funzione dell’immagine mentale: nell’apprendimento essa costituisce, come programma dell’esecuzione motoria, un modello su cui «aggiustare» il movimento, con funzione allenante, poiché in grado di determinare un apprendimento più rapido; nel controllo del gesto, consente di anticipare nei dettagli l’immagine ideale dell’azione ed è elemento essenziale per la guida e la correzione del movimento durante l’esecuzione. ….”
Le forme contribuiscono alla creazione dell'immagine mentale del gesto, contribuendo ad “aggiustare” il movimento ed hanno funzione allenante poiché in grado di determinare un apprendimento più rapido. Con riguardo al controllo del gesto le forme anticipano l'immagine ideale dell'azione e sono elemento essenziale per la guida e la correzione del movimento durante l'esecuzione
“Nell’apprendimento motorio le percezioni cinestetiche giocano un ruolo rilevante. Soprattutto nelle fasi iniziali dell’apprendimento esiste spesso il problema di far «sentire» il movimento, ...”
Le forme sono strumento d'elezione per lo sviluppo delle percezioni cinestetiche che nelle FASI INIZIALI dell'apprendimento sono essenziali per l'apprendimento motorio
"L’immagine motoria può essere considerata come quella rappresentazione mentale del movimento che ognuno si crea, più o meno inconsciamente, nel momento in cui intende realizzare un gesto. Secondo Piaget l’immagine motoria corrisponde ad “una imitazione interiore, una copia attiva di qualcosa che è già stata sperimentata” [Piaget, 1967]; questo fa dedurre che nella costruzione dell’immagine sono inclusi tutti gli elementi (engrammi motori) che concorrono a formare il gesto richiesto, secondo la loro successione logica e spazio-temporale. …“
Le forme sono assolutamente lo strumento d'elezione per creare, sviluppare e fissare l'immagine motoria del movimento
“Gli engrammi sono “i programmi motori memorizzati nel nostro cervello [...] Ogni engramma è relativo ad una determinata abilità motoria appresa. Un engramma è una traccia permanente impressa da uno stimolo (ad esempio quando impariamo ad andare in bici o quando apprendimento il colpo di dritto nel tennis) nel protoplasma (la parte interna) delle cellule. Con uno specifico stimolo, …”
La ripetizione delle forme serve a fissare negli engrammi lo schema motorio generalizzato della disciplina
 “Informazioni di ritorno. L’apprendimento di un’abilità motoria è largamente influenzato dalla disponibilità di un feedback, che informa colui che apprende circa il successo della propria risposta. Il feedback è infatti usato nelle prime fasi dell’apprendimento per originare o modificare ogni successivo pattern di movimento, mentre in seguito permette il confronto tra il movimento eseguito e il riferimento corretto. ….”
Da questo deriva che le forme da sole non bastano, esse fissano solo lo schema di movimento generale, ma occorre integrarle con tutta una serie di esercizi ed allenamenti che forniscano dei feedback specifici per l'utilizzo del movimento nelle situazioni richieste (esercizi a coppia, uso di strumenti, sacchi, colpitori, sparring, ecc..).
“… Nell’apprendimento di nuove abilità il primo stadio è rappresentato dalla costruzione di uno schema-guidamentale del gesto, ossia dalla rappresentazione di ciò che dovrà essere effettuato, e dal relativo programma motorio, costituito dall’insieme di ordini successivi che scandiscono e dirigono le diverse componenti del movimento. …”
Nell'apprendimento di nuove abilità il PRIMO STADIO è rappresentato dall'uso delle forme per fornire lo schema-guida mentale del gesto e del relativo programma motorio
“Per quello che concerne l’evoluzione dell’apprendimento motorio si può prendere in considerazione i tre stadiindividuati da Kurt Meinel:
1. Fase della coordinazione grezza:L’esecuzione motoria, in ogni caso, presenta rilevanti difetti, la struttura del movimento coincide solo nei tratti principali alla tecnica richiesta dal compito di apprendimento, e la prestazione risulta scarsa.... In questa fase sono assenti gli automatismi, per cui l’allievo è costretto a controllare consapevolmente ogni aspetto del movimento, il che rende il gesto abbastanza goffo e impreciso.... presente un uso eccessivo e parzialmente errato della forza, quest’ultima, infatti, o non viene usata con la necessaria intensità, o non viene usata al momento opportuno. Lo stadio della coordinazione grezza èinoltre caratterizzato dall’assenza di un adeguato ritmo del movimento (risultato del rapporto tra tensione erilassamento muscolare) e da un accoppiamento dei movimenti inadeguato ed errato. “
In questa fase le forme contribuiscono a dare strumenti per sviluppare gli schemi motori di base in modo corretto, ponendo attenzione sulla cinestetica, su se stessi, senza preoccuparsi di fattori esterni o di disturbo. Le forme permettono di studiare il gesto tecnico “in bianco”, fissando lo schema motorio di base e preparando per le successive fasi di apprendimento e sviluppo del movimento tramite i feedbacks per poi ottenere un prodotto finito utilizzabile nei più disparati contesti.
“2. Fase della coordinazione fine: in grado di eseguire il movimento quasi senza errori. L’esecuzione, in condizioni favorevoli, è quasi priva di errori, ma se intervengono fattori di disturbo(stanchezza, tensione emotiva, ecc.) questi riemergono e l’esecuzione si presenta instabile.”
Quando la forma base del gesto è ormai consolidata si può passare ad esercizi che prevedono l'interazione con l'esterno, questo creerà disturbi e nuovi input a cui sarà necessario adattarsi, fornendo nuovi elementi per lo sviluppo e l'adattamento del gesto in vista del suo impiego in ogni condizione possibile
"3. Fase del consolidamento della coordinazione fine e sviluppo della disponibilità variabile: l’allievo è in grado di eseguire il movimento con sicurezza e in maniera efficace, anche in condizioni difficili e inusuali.... Le caratteristiche principali rimangono comunque la notevole precisione e costanza nel risultato della prestazione.”
L'esperienza, il lavoro sotto stress, l'utilizzo di drills via via più complessi e specifici hanno sviluppato nell'allievo uno schema motorio efficace ed utilizzabile.Le forme sono uno strumento indispensabile nella fase di coordinazione grezza, ma devono poi essere abbinate a tutti gli altri strumenti di allenamento. Una volta arrivati alla fase di disponibilità variabile le forme HANNO UN'IMPORTANZA MOLTO RIDOTTA e possono essere usate solo ogni tanto per richiamare il programma motorio generalizzato, così da “rinfrescare la memoria” al corpo.In definitiva le forme hanno un ruolo FONDAMENTALE all'inizio della formazione, per poi via via divenire meno importanti (una volta acquisiti vari schemi motori specifici). A mio avviso vanno comunque “richiamate” ogni tanto per mantenere il programma generalizzato di movimento e quindi la qualità generale del movimento che altrimenti potrebbe essere “guastato” dalle continue interferenze esterne e dallo stress derivante dall'esclusivo uso pratico (combattimento ed esercizi non collaborativi).Le forme delle Arti marziali possono essere considerate anche come una serie di singoli esercizi uniti in una sequenza allo scopo di ricordarli/tramandarli più facilmente (generalmente in una forma ci sono tutta una serie di esercizi legati allo stesso tema tecnico centrale). Quindi è possibile estrapolare le singole sequenze dalla forma ed eseguirle ripetutamente da sole al fine di allenare/correggere uno specifico schema motorio.Da questo deriva checoncettualmente le forme svolgono lo stesso compito che è demandato ad esercizi quali il lavoro allo specchio e a “vuoto”. La “shadow boxing” è una “forma” libera ed esercizi quali lo “sparring condizionato” o i “Kihon” sono una “forma” a due.Il corpo per imparare ha bisogno di modelli di riferimento e di "feedback" sull'azione eseguita. Quindi, CONSAPEVOLMENTE O MENO, tutte le discipline e tutte le attività umaneusano un qualche tipo di "forma" (sequenza, esercizio, metodo, ecc.) per imparare e capire "in bianco" l'azione da eseguire per poi potenziarla, migliorarla, ecc. e quindi usarla nel contesto che gli è propio.
Fonti:Samuele Passigli: Teoria dello schema ed apprendimento motorio. Elisa Trabocchi: L’apprendimento motorioda: Gli schemi motori di base. Tesi di laurea in Educazione Motoria, A.A. 2009-10BIBLIOGRAFIA:• Bortoli L., Robazza C., Tecnica sportiva e teoria dell’allenamento, Sds – Rivista di cultura sportiva, XXI, 1991, 64-70•http://www.sciaremag.it/maggio/fitness

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