domenica 25 novembre 2018

Arti marziali: stili, sistemi o modi di espressione del corpo umano?


continuano sempre di più a nascere nuovi stili, sistemi marziali o similari.
Essi vengo introdotti alcune volte come evoluzione di precedenti sistemi già ideati (molto spesso sono 'evoluzioni" di invenzioni)  altre volte sono inventate da zero.
In relazione a quello che sta succendo in questo periodo è interessante vedere il punto di vista di Bruce Lee in merito. Punto di vista espresso una 50na di anni fa durante un' intervista televisiva.

‼️“Quando gli esseri umani avranno tre braccia e quattro gambe i modi di combattere saranno differenti. Per ora abbiamo solo due mani e due piedi. Gli stili tendono a dividere gli uomini con le loro dottrine considerate l’unica verità insindacabile. Partendo dal presupposto che siamo solo semplici esseri umani dobbiamo capire come riusciamo ad esprimerci al meglio.”‼️

A cura del M. Simone Pietrobono

giovedì 22 novembre 2018

Colpire con tutto il corpo


🔹È fondamentale nel pugilato cinese Ving Tsun allenare la propria meccanica al fine di apprendere l’abilità motoria di supportare il pugno con tutto il corpo.
🔹A tal fine occorre condizionare ed adattare il nostro comportamento attraverso esercizi congrui e specifici che stimolino costantemente questa capacità. Uno dei motivi per cui si allena lo strumento del “Mok Yan Jong” ( manichino o pupazzo di legno) è anche (e forse particolarmente) questo.
🔹Bruce Lee, avendo studiato Ving tsun con Ip Man ma soprattutto con Wong Shun Leung lo sapeva bene. Infatti in una sua nota intervista televisiva dichiarò espressamente proprio questo principio.

martedì 13 novembre 2018

Duro vs Morbido

Si discute spesso nel Kung Fu e nel mondo marziale in genere della dualità "rilassato-morbido" ( Yin) vs " forte-duro" (Yang) e del loro utilizzo in allenamento e combattimento.
In quest'ottica si possono trovare spesso fautori della "morbidezza" dichiarare i vantaggi se non addirittura la superiorità di una pratica basata su questa indefinita caratteristica, generalmente da questi contrapposta alla "rigidità" di altri metodi.
Curiosamente non si trovano sostenitori della "rigidità" e la mancanza di una partito contrapposto già ci dice che non esiste nessuna dualità ma soltanto maggiore o minore conoscenza del funzionamento del corpo umano e delle sue implicazioni.
Il movimento umano è un'alternanza costante di contrazione e rilassamento, ogni azione richiede che sinergicamente alcune aree siano in tensione ed altre si rilassino nello stesso istante o in una sequenza temporale precisa ( muscolatura agonista, antagonista e sinergica). Vero "segreto" della Performance sarà dunque il giusto timing nella contrazione o nel rilassamento, la giusta "dose" di questi due elementi e la loro giusta durata ( tempi, entità e durata della contrazione in relazione ai muscoli coinvolti ed agli scopi): COORDINAZIONE INTRA ed INTER MUSCOLARE.
In realtà dunque per "rigidità" si dovrebbe intendere una contrazione mantenuta oltre il tempo necessario oppure una situazione di tensione parassita costante e la "morbidezza" dovrebbe essere intesa come la massima prontezza muscolare in relazione alla situazione contingente ( in combattimento) o al focus dell'esercizio ( in allenamento) in ossequio ai concetti di risparmio energetico e di massima efficienza. Vale la pena ricordare, infatti, che il "silenzio neuromuscolare" è prerequisito per la massima espressione di Forza Esplosiva e che quindi Velocità e Potenza non possono nascere da "rigidità" di nessuna natura ( neanche "mentale", essendo gli aspetti cognitivi e neuromuscolari preminenti nell'uso Marziale dell'esplosività).
A cura del M. Enrico Ferretti.


mercoledì 7 novembre 2018

“Solo perché hai conosciuto Enstein o ti ha insegnato qualcosa non significa che sei come lui” cit.📢



O solo perché hai fatto un seminario con Juri chechi non siginifica che tu possa muoverti agilmente come lui.

Cosa fa veramente la differenza?

Sostanzialmente 2 cose: Allenamento e abilità.

1.      L’allenamento è lo studio, la ricerca scrupolosa di migliorarsi giorno dopo giorno, ora dopo ora, adattarsi mentalmente e fisicamente in modo completo ed univoco. È sudare, sacrificarsi, rischiare, mettersi in discussione con se stessi e con gli altri è essere umile anche di fronte a chi si è allenato meglio e di più o che è palesemente più abile di te e magari anche più giovane (Ho visto tanti incoronati e proclamati maestri  di età rispettosa con arci ventennale esperienza essere assolutamente nulla di fronte a persone che hanno iniziato molto dopo e magari anche più giovani di loro). Avere l’umiltà di riconoscere i propri limiti e rimettersi in discussione ricominciando da capo fin quante volte serva per raggiungere quel risultato. Costi quel che costi. Ricordo a tutti che Kung Fu significa letteralmente lavoro duro/ intenso/costante

2.      L’abilità invece è il risultato tangibile della qualità e quantità dell’allenamento. Viene definita come la capacità di svolgere un’attività specifica con particolare perizia (padronanza) e destrezza (agilità, coordinazione, prontezza, mentale e fisica). Non fa parte di un attitudine a fare qualcosa che è innata spontanea e naturale.

L’abilità viene acquisita con l’allenamento specifico svolto con una metodologia specifica in grado di condizionare in modo più permanente possibile il nostro comportamento al fine di adattarlo efficacemente e naturalmente ad un determinato scopo.

Nelle arti marziali succede spesso che pur avendo l’opportunità di conoscere Maestri di tutto rispetto non si riesce ad acquisire un'abilità specifica.

Al di là dell’attitudine soggettiva, questo accade per mancanza o carenza di allenamento o perché non si è capito il corretto significato che sta dietro a determinati movimenti o esercizi. Non si riesce a mettere in atto su di sé un efficace adattamento.
Qui dovrebbe entrare in gioco una buona dose di umiltà. Capire i propri limiti oggettivi e soggettivi e agire di conseguenza: mettersi in gioco cambiando approccio e modalità di allenamento anche seguendo chi è riuscito, dedicarsi magari ad altro dove si riesce meglio o quantomeno non insegnare.
A cura del M. Simone Pietrobono

lunedì 5 novembre 2018

‼️Attenzione: Mai pensare in termini di applicazioni"‼️


"Il risultato del mio allenamento e del mio pensiero mi è stato installato da sifu Wong (Wong Shun Leung). Mi ha preso a calci nel culo molte volte! Il periodo migliore con Sifu non fu ad Hong Kong - quel periodo riguardaò principalmente lo sviluppo delle basi. Tuttavia, quando Sifu Wong venne in Germania, nella mia città natale, a Menden, negli anni '90, mi sono allenato molto con lui individualmente. Quello fu per me il periodo più interessante. Sifu Wong mi dette molti consigli e approfondimenti su come funziona il Ving Tsun. Mi chiarì che i movimenti e i metodi di allenamento non dovevano essere visti come un'applicazione, bensì per sviluppare un atteggiamento. Questo, nello specifico, ha caratterizzato particolarmente il mio Ving Tsun. Forse se avessi perso quell'informazione, il mio Ving Tsun sarebbe stato molto diverso. Prima di tutto, le persone dovrebbero capire che le cose non sono sempre un'applicazione, puoi usare applicazioni o esercizi per mostrare a una persona come funzionano le cose, ma non dovresti mai pensare in termini di applicazioni." La cosa più importante è che la gente capisca che Il Wing Chun ti aiuta a creare un determinato atteggiamento e attributi per il combattimento. Per esempio, il Chi Sau è un esercizio in cui scambiamo la forza ed è usato per sviluppare le nostre capacità di combattimento. Abbiamo bisogno di sviluppare potenza di "knock out", quindi dobbiamo programmare il nostro corpo per questo fine creando un comportamento che ci consentirà di dare pugni da qualsiasi direzione, in qualsiasi momento. Le persone hanno bisogno di sviluppare gli attributi, altrimenti saranno bloccati in movimenti come Taan Da contro questo tipo di attacco o un altro movimento fisso contro un altro tipo di attacco: questo è il modo di pensare in applicazioni. si tratta di cambiare il proprio comportamento. Un combattimento è un combattimento, esattamente come nuotare è nuotare, dobbiamo adattare il nostro corpo a questo modo di pensare ".
Philipp Bayer