A cura del M. Enrico Ferretti.
È normale vedere insegnanti o sistemi mostrare le loro tecniche e soluzioni tattiche in situazioni standard al fine di far conoscere la loro pratica.
Spesso queste dimostrazioni evidenziano come i protagonisti facciano qualcosa di tipico, unico, "diverso" da quello proposto da altri o mediante diffuso.
Il problema nasce dal fatto che le possibilità tattiche sensate e quelle motorie umane non sono infinite e che quindi in moltissimi casi la soluzione più efficace-efficiente-sensata sia la stessa per qualsiasi essere umano, indipendentemente da cosa pratica o da chi sia il suo insegnante.
Le differenze e "novità" tra approcci possono essere perciò solo di dettaglio, su aspetti marginali e in nessun modo possono stravolgere la sostanza delle cose.
Nella realtà, spesso, l'essere " più bravi" risiede nel fatto di conoscere, saper applicare, allenare, far capire meglio ciò che tutti fanno, non nel reinventare la ruota magari dicendo che cambiandone il colore funzioni meglio.
Quando vi trovate davanti a qualcosa di "diverso" o "unico" bisogna quindi valutare se sia solo un qualcosa voluto per differenziarsi sul mercato, magari per attirare nuovi clienti dando l'idea di sapere cose che altri ignorano.
Modo migliore per farlo è confrontare la soluzione in concreto con le altre possibili o già note, applicandola in contesti specifici e realistici.
" ... a bassa velocità sembrano possibili 5-6 soluzioni... aumentando un po' il ritmo ti accorgi che ne restano 3-4.
A velocità reale ti accorgi di averne magari solo un paio... e se scegli quella sbagliata te ne accorgi perché finisci culo per terra!
...Il solito fottuto principio della specificità..."
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